Passo in avanti per questo locale del Quadrilatero aperto già da qualche anno che propone un menù invitante composto sia da percorsi degustazione (da 40 a 70 euro) che dalla scelta à la carte. Dopo degli sfiziosi amuse-bouche a base di mousse di lardo di patanegra con cialde di ceci, prive però della croccantezza che ci saremmo aspettati, mousse di fegatini impanati con granella di nocciola, dal sapore molto intenso, e un buon bacio di dama al parmigiano con tomino e polvere di cappero, abbiamo gustato la salsiccia di Bra accompagnata da ricotta alle erbe, salsa al midollo e composta di mirtilli al timo. Ben fatti gli agnolotti del plin ai tre arrosti, chiusi a mano poco prima della cottura per mantenere il ripieno morbido e la sfoglia con un buon morso, così come lo scamone in crosta di grissini, nocciola e patate di montagna. Particolare e ben riuscito il dolce a base di spuma di bonet, biscotto e terra al cioccolato e amaretto, caramello salato, arachidi e arancia candita, seguito da un caffè aromatico e ben estratto, accompagnato da piccola pasticceria.
Il personale è molto attento e presente.
Su richiesta ci è stata servita una bottiglia a norma di un olio EVO abruzzese, monovarietale Leccio del Corno, due mesi oltre la data di consumo consigliata.
La carta dei vini non è particolarmente estesa, 5 pagine in tutto per bollicine, bianchi e rossi, principalmente del Piemonte e della Francia. Sono presenti alcune proposte al calice e i ricarichi sono corretti.
Arredo moderno molto curato grazie a belle luci scenografiche e alla carta da parati leggera, che ben si presta a valorizzare il soffitto di legno. Al piano terra i coperti sono davvero pochi, ma salendo una scala, invero un po’ stretta, ci si ritrova al primo piano dove si apre la sala principale.
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