Conferma di voto per questo locale che si presta sia come “dopo teatro”, essendo ubicato a due passi dal famoso Teatro Brancaccio, che come trattoria dove assaporare una cucina di tradizione romanesca. Per la nostra visita di quest’anno abbiamo deciso di iniziare con un antipasto a base di pesce, il polpo con hummus di ceci al rosmarino, in cui il sapore del mollusco, ben cotto sottovuoto a bassa temperatura, era leggermente nascosto dall’abbondanza di hummus. Tra i primi abbiamo scelto una classica amatriciana di scarso mordente: solo dopo aver chiesto un’aggiunta di pecorino, infatti, il piatto è cambiato piacevolmente; peccato, però, che il guanciale sia risultato troppo abbrustolito. Nettamente migliori i rigatoni con crema di ricotta di bufala campana Dop, pepe e parmigiano reggiano stagionato 30 mesi, con l’aggiunta sfiziosa delle noci saltate. Saporita la trippa alla romana dal gusto equilibrato e con la menta a dare freschezza. In chiusura un semifreddo alla nocciola con crema di pistacchio risultato troppo duro, seguito da un caffè ben estratto ma privo di complessità.
Celere, cortese e disponibile.
Su richiesta ci è stato servito un olio EVO umbro, blend di Moraiolo, Leccino e Frantoio, nella bottiglia a norma.
La carta dei vini è abbastanza fornita ma non molto originale, con etichette anche biologiche. A rotazione vengono proposti tre vini bianchi e tre rossi non solo al calice, ma anche come quartino e mezzo litro. Ricarichi medi.
Molto rustico come le trattorie di un tempo, con tavoli ben disposti e alle pareti mensole con bottiglie di vino.
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