Molte parole sono già state spese per questo locale, per il quale la definizione pizzeria pare riduttiva. Il menù presenta impasti diversi tanto che conviene prima individuare il tipo di pizza desiderata per poi passare alla scelta del condimento. Tra la classica, la croccante romana imbottita, l’alta soffice, la croccante alta (di grano o di mais), a nostro avviso, la prima rimane imbattibile, leggera nella sua consistenza e con il cornicione abbastanza pronunciato e fragrante. E se proprio non riuscite a decidere tra i vari impasti disponibili, potete sempre optare per la degustazione a spicchi di diverse pizze. Per la nostra cena abbiamo ordinato una pizza alta croccante, gusto margherita, semplice e confortante con i suoi buoni ingredienti, e una con impasto classico con pomodoro, olive di Taggia, cipolla di Tropea (tagliata a spicchi piuttosto grandi) e Castelmagno in dosi massicce, tanto da rendere difficoltoso gustarla per intero, anche per chi ama i sapori intensi. In chiusura una “freschezza estiva” composta da frutta macerata in zucchero e menta, un ottimo sorbetto al lampone e spuma di yogurt, granita al sentore di vodka (non pervenuto) e fiori eduli tralasciabili seppur graziosi.
Attento e professionale senza risultare freddo.
Birre artigianali piemontesi e non solo, soft drink selezionati e una buona proposta di vini, giustamente non estesa; interessanti le proposte al calice e gli abbinamenti consigliati pizza-vino.
Chiusa la sede di Via Stampatori, ora a Torino rimane solo quella di Via Giuseppe Mazzini, con le alte volte a mattoncini e un look contemporaneo ma dai toni caldi e accoglienti. Con la bella stagione è disponibile pure un dehors.
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