Situato in pieno Quadrilatero Romano, questo ristorante propone una cucina emiliana autentica fatta di ricette della tradizione e materie prime di qualità dove, immancabilmente, detengono il posto d’onore lo gnocco fritto, servito con i salumi, e i primi piatti con la pasta fatta rigorosamente a mano. Ovviamente la nostra cena non poteva che iniziare con una selezione di culatelli accompagnati da gnocco fritto croccante e morbido allo stesso tempo, caldo e per nulla unto, uno dei migliori mai assaggiati, ben eseguito anche l’erbazzone, una torta salata tipica di queste terre. Tra i primi abbiamo scelto uno dei piatti più iconici, ovvero i tortellini bolognesi con crema di parmigiano reggiano e pepe nero: piccoli come vuole la tradizione, erano gustosi e perfettamente bilanciati tra sfoglia e ripieno. Soddisfacenti anche i garganelli romagnoli conditi con sugo di coniglio, olive, cicoria e ricotta secca, in cui l’accostamento della verdura leggermente amara e la sapidità della ricotta hanno esaltato il sapore naturalmente dolce della carne. Per concludere abbiamo scelto la sbrisolona alle mandorle servita con gelato alla vaniglia e amarene di un noto marchio commerciale, un dolce nel complesso piacevole nella sua assoluta semplicità. Caffè lievemente sovraestratto.
Attento e cordiale, particolarmente preparato nella proposta e servizio dei vini.
Su richiesta ci è stato portato a tavola un olio EVO ligure nella bottiglia a norma.
Carta dei vini dettagliata e suggestiva, concentrata soprattutto su proposte regionali dell’Appennino tosco-emiliano. Un’ampia dissertazione sulle caratteristiche organolettiche e gustative dei vari tipi di Lambrusco permette una scelta mirata e consapevole. La presenza di proposte bio natur e cantine di nicchia la rende completa e strutturata; ricarichi nella norma. Poco convincente l’impaginazione e lo stile grafico.
Il locale non è molto ampio, con un arredamento classico e le pareti di un caldo colore bordeaux rallegrate da manifesti pubblicitari e locandine degli anni ’50 che ben si sposano con il legno scuro di tavoli e sedie, creando un’atmosfera calda e rilassante. La mise en place semplice e senza tovaglia è caratterizzata, accanto ai bicchieri, da una scodella in ceramica bianca, recipiente che tradizionalmente veniva usato per bere il lambrusco in tutte le osterie emiliane.
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