La proprietà e lo staff di Waraku sono riusciti a ricreare un piccolo angolo di Giappone, con un’atmosfera informale e rilassata, e una cucina tipica, onesta e curata sia nella rispondenza alle ricette originali che nella scelta degli ingredienti alla base dei piatti. Qui, il piatto della casa è il ramen: in menù, infatti, ce ne sono diverse tipologie che vanno dalla ricetta classica a quella arricchita con miso, da quella di ispirazione thai a quella che prevede pure burro d’arachidi. Pur essendo il ramen assoluto protagonista dell’offerta, non mancano altri piatti classici della cucina nipponica, come ad esempio i gyoza dal saporito ripieno di maiale e verza, arricchiti da qualche goccia di salsa piccante e il gustoso “buta no kakuni”, uno stufato di pancia di maiale cotto per diverse ore in salsa di soia e mirin (il vino dolce di riso) servito con kimchi a base di cavolo fermentato e spezie piccanti che abbiamo assaggiato. Per quanto riguarda il piatto forte abbiamo provato il ramen di ispirazione thai, con brodo piccante, un fresco tocco di lime e coriandolo, leggero e intenso, e il ricco “tantamen” con burro di arachidi e latte di cocco, corposo e avvolgente, con l’immancabile uovo barzotto marinato, cipollotto e alghe. Più delicati i soba di grano saraceno freddi, perfetti per la bella stagione, serviti con il loro brodo sapido e dolce al tempo stesso.
Il punto di forza del ristorante è sicuramente il dehors, ben riparato e riscaldato in modo da poter essere fruibile anche in inverno, diventando così una vera e propria estensione della sala, anche perché all’interno c’è posto per pochi tavolini disposti lungo il corridoio che costeggia la cucina che si intravede dalla finestra del pass.
Sempre competente e disponibile, ma stavolta lo abbiamo trovato meno attento.
In lista c’è qualche etichetta di vino, diverse birre giapponesi dei nomi più noti e una scelta di sake da consumare a fine o a tutto pasto.
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