Scatto

Indirizzo: Piazza San Carlo, 156, Torino, Piemonte

Telefono: 011/0267460

Sito Web: www.costardibros.it

Dettagli del ristorante:

  • Tipologia: tradizionale con spunti creativi
  • Voto: 8
  • Prezzo: menù degustazione 100/170€; à la carte: 2 piatti salati 75€, 3 piatti salati 95€
  • Chiuso: Lunedì
  • Tavoli all’aperto: no
  • Orario di apertura:

Offerte: Entrato in guida lo scorso anno, il ristorante dei fratelli Costardi ci ha convinti anche stavolta, nonostante su alcuni piatti, a nostro avviso, si dovrebbe lavorare in sottrazione. Ci riferiamo, ad esempio, proprio a uno dei piatti cult, il risotto nella lattina, che in questo caso era con calamari dove il sapore del condimento a base di pesce era, a nostro avviso, eccessivamente “carico”, stancando alla lunga il palato. Cottura del riso perfetta e fiocchi di katsuobushi sopra a guarnire per questo risotto che va mangiato direttamente nella lattina affondando il cucchiaio fino in fondo, proprio per prendere i vari strati di riso. Il benvenuto da parte della cucina è stato un mini pan di brioche di patate da gustare insieme a due creme spalmabili: una di baccalà mantecato (troppo “pannosa”) e l’altra (più equilibrata) a base di tartare di fassona e ’nduja. Ottimo il cestino del pane composto da una fetta di casareccio realizzato con farina di riso venere, da un piccolo e delizioso croissant salato di forma circolare e da dei fragranti grissini, serviti con del burro aromatizzato alle nocciole e sale Maldon dalla simpatica forma di donut. È stata poi la volta dell’eccellente “cavolfiore a Bankok”: una portata divisa in due, con la prima parte composta da una crema di cavolfiore, curry verde, lamelle di cavolfiore marinate e polvere di caffè, e l’altra con dei piccoli ciuffi di cavolfiore in salsa teriyaki che si sono rivelati perfetti nell’equilibrio delle spezie. Dopo il risotto già descritto, è arrivato un altro piatto davvero ben fatto: il piccione in più parti con datteri, arachidi e wasabi, una preparazione dalla tecnica ineccepibile e dal buon equilibrio, soprattutto per il petto cotto magistralmente che andava immerso nella salsa a base di arachidi e datteri; meno entusiasmante e leggermente stoppacciosa la coscetta, mentre il filetto, quasi crudo, era tenerissimo. Una piccola mousse di more con liquore al sambuco è stato il piccolo preludio che ha introdotto il dolce vero e proprio: caco, cardamomo e yogurt greco composto da una base di biscotto su cui era adagiata la bavarese di yogurt con cuore di cachi e gel del frutto, irrorato da un infuso che, inevitabilmente, ammorbidisce il biscotto facendo perdere al dolce il giusto contrasto di consistenze. Ben estratto il caffè, scelto dalla selezione Lavazza 1895, composto da una miscela di arabiche del Messico, con una piacevole acidità e sentori di cioccolato.

Recensioni:

  • Ambiente: Sala dall’impronta moderna, con tavoli ampi e “nudi” che guardano la cucina completamente a vista.
  • Servizio: Professionale e preciso, con lo chef Cristian Costardi di tanto in tanto si aggira tra i tavoli per sincerarsi che tutto vada bene.
  • Cantina: La lista dei vini è ampia e abbraccia più o meno tutto il territorio italiano, con una buona presenza di etichette francesi. Ricarichi importanti.
  • Olio: Su richiesta ci è stato servito un olio EVO di Pinerolo, blend di Leccino e Frantoio, versato in una ciotolina direttamente al tavolo dalla bottiglia a norma.
  • Glutine:

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