Orma

Indirizzo: Via Boncompagni, 31/33, Roma, Lazio

Telefono: 06/8543182

Sito Web: www.ormaroma.it

Dettagli del ristorante:

  • Tipologia: ricercata
  • Voto: 9
  • Prezzo: menù degustazione da 120 a 180€
  • Chiuso: Domenica e Lunedì
  • Tavoli all’aperto:
  • Orario di apertura:

Offerte: Convivono più anime in questo bel ristorante guidato da Roy Caceres e sormontato da una splendida terrazza nei pressi di Via Veneto. A pranzo c’è una proposta “pop” per intercettare la domanda dei tanti uffici di zona, mentre al momento dell’aperitivo degli sfizi ordinabili dalla cucina supportano un’ottima selezione di cocktail (20€) come nel caso del fresco Pacific Connection a base di sake, mezcal, timut pepper, acidified pineapple e shiso bitter e dell’impeccabile Mediterraneo con gin, Mediterraneo cordial, Bergamot rosolio e soda da noi assaggiati. Il meglio di sé, però, Roy Caceres lo dà al momento della cena quando dà libero sfogo alla sua idea di cucina ricercata e ricca di contaminazioni mai fini a sé stesse. La formula prevede due percorsi degustazione da 140 e 180 euro – tracce indelebili e tracce correnti – a cui si affianca la possibilità di ordinare 3 piatti a 120 euro (in questo caso i commensali non sono vincolati nella scelta) e di aggiungerne altri al costo di 35 euro ciascuno. L’esperienza comincia con l’invito a recarsi nella terrazza al primo piano per fruire degli appetizer (in inverno c’è una parte della sala adibita a questo scopo): una serie di sfizi davvero eccellenti da accompagnare con un calice di vino o con un cocktail fra i quali segnaliamo lo strepitoso bignè di pasta choux ripieno di mole e cacao all’esterno, la tartelletta con emulsione di mandorle, asparagi al naturale, teste di asparagi alla brace e caviale di senape, il tiradito di seppia marinata con lulo (pomodoro colombiano) e olio al coriandolo, e focaccia Orma ripiena di cavolo riccio del loro orto sito a Campagnano ed emulsione di limone di Sorrento. Si viene poi invitati davanti al pass in cucina in cui lo chef in persona serve una sorprendente cappasanta cruda con polvere di lattuga di mare e limone di Sorrento lavorato con peperoncino jalapeño da mangiare in un sol boccone accompagnandolo con leche de tigre. Preso posto al tavolo, la nostra cena è proseguita con cavolfiore e tartufo, un piatto con l’ortaggio lavorato in più modi ben valorizzato dal fungo ipogeo e con l’ottima trippa di calamaro così chiamata perché la texture del calamaro ricorda quella della trippa terminata al tavolo con una spruzzata di distillato di zenzero. Miglior piatto della serata la fregula risottata con fondo di anatra servita dentro una foglia di bieta con mole verde e terminata con salsa XOrma con ricci di mare a dare lo spunto sapido; di livello pure i pomodori di pasta, dei ravioli rossi splendidamente conditi, in cui l’apporto dell’alice era garbato e incisivo al tempo stesso. A contendersi la palma di miglior piatto con la fregula, il piccione con carruba e tartufo, con il petto cotto magistralmente, i fegatini proposti a parte in una sorta di paté e con la coscetta sfilacciata servita in un secondo momento all’interno di un taco. Presentazione in due tempi anche per la delicata ricciola preparata con l’antica tecnica giapponese kombujime servita con asparago e sambuco, seguita da un taco con la pancia della ricciola. Un fresco cremolato di fragole laccate al lampone con gelato di stracchino e dragoncello ha introdotto l’ottimo dolce a base di mais e passion fruit. Si torna in terrazza per gustare la piccola pasticceria e l’ottimo espresso, un monorigine arabica brasiliana della torrefazione Aliena. Cenno per la proposta di pane e focaccia, con una menzione speciale per l’ottima pagnotta servita con un finto burro preparato con miso, yogurt acidificato e spolverata di finocchietto selvatico.

Recensioni:

  • Ambiente: Elegante e accogliente, con tavoli ben distanziati e vasto uso di legno chiaro, anche per le colonnine che scendono dal soffitto a creare spazi più intimi. La cucina è a vista grazie all’ampia finestra che mostra la brigata intenta al lavoro che, con buona cadenza, pronuncia all’unisono la frase “sì, chef”. Plus del locale la splendida terrazza al piano superiore purtroppo non fruibile da persone con disabilità visto l’accesso garantito da una lunga scala.
  • Servizio: Preciso, preparato e generosamente dimensionato, non dà la sensazione di “oppressione” che ci siamo trovati a vivere in altri ristoranti di pari lignaggio.
  • Cantina: Ben dimensionata la carta dei vini che vanta tante valide etichette convenzionali da tutto il mondo e pure qualche referenza di nicchia che, a nostro avviso, meriterebbe di essere più nutrita. I ricarichi sono importanti e in occasione della nostra visita le prime due opzioni scelte non erano disponibili, pecca non trascurabile a questo livello.
  • Olio: Su richiesta viene riempito al tavolo un piattino con un olio EVO siciliano, monovarietale Tonda Iblea, servito da una bottiglia a norma.
  • Glutine:

Consigliato: 1

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