La Limonaia
Indirizzo: Via Mario Ponzio, 10, Torino, Piemonte
Telefono: 011/7041887
Sito Web: www.lalimonaia.org
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: creativa
- Voto: 8.25
- Prezzo: piatti 24/28€, dessert 16/18€, menù degustazione 95€
- Chiuso: Lunedì
- Tavoli all’aperto: sì
- Orario di apertura:
Offerte: Che La Limonaia sia più di un ristorante classico lo si intuisce già dalla dichiarazione di intenti presente nel sito web: “Food as cultur”. Vi è una filosofia di base contemporanea volta alla sostenibilità, con la scelta di utilizzare anche le parti meno nobili di carne e pesce, e uno sguardo ecologico importante, che passa attraverso una politica plastic free certificata e culmina nell’omaggio finale al cliente di un sapone realizzato con gli oli esausti della cucina. Tutto questo calato in una continua ricerca delle radici, con una cucina concreta, a tratti “agricola”, con materie prime acquistate da piccoli produttori locali. Il menù prevede un percorso degustazione di 8 portate, oppure i piatti alla carta con qualche specialità “finché ce n’è” (come la finanziera, piatto della cucina povera piemontese). Iniziamo la degustazione con un bel benvenuto dalla cucina che prevedeva l’acciuga in doppia panatura, il barbagiuai (raviolo del ponente ligure) fritto con ricotta di pecora e finocchietto, l’oliva ricreata con la salsa tonnata, il cuore di bue olio e sale. Il primo antipasto è poi l’ostrica mezcal e limone, buona e divertente, per poi passare a seppia e finocchio: listarelle di seppia e finocchi crudi con semi di finocchio e zeste di limone su un fondo di cottura di seppia, che dava al piatto grande grinta. Arriva in seguito l’aguglia cruda con il bagnetto elettrico, la salsa piccantina piemontese spesso associata a carni e formaggi, completata da un “burro” vegetale di pinoli: buonissimo il pesce e interessanti i complementi del piatto, per un risultato nel contempo confortevole e intrigante, con texture inedite. Come primo è arrivato un piatto cotto in anfora per 48 ore: trucioli con trippa di rana pescatrice, serviti con salsa pil pil, cozze, vongole, la pelle croccante del pesce e una simpatica ranocchia creata con polpa di rana pescatrice e crema di oliva taggiasca: il risultato è strepitoso, una concentrazione di gusto appagante ed equilibrata. “In attesa del piccione” è l’intermezzo che ci traghetta verso il secondo piatto, il quale viene mostrato intero prima del porzionamento, mentre ci vengono serviti dei buonissimi capellini al burro con il ragù di interiora di piccione e una nota fresca di basilico. Il piccione, cucinato alla cacciatora e tolto dalla carcassa, viene scaldato sul carbone e proposto con biete, zucchine croccanti e funghi; la cottura è perfetta, la carne succulenta, il fondo di cottura delizioso. Un sorbetto di mirtillo, kefir e mandorle tostate pulisce la bocca in vista del dessert: la tarte Tatin di ramasin con crema al mascarpone, dove golosa burrosità e acidità si compenetrano per un risultato finale molto godibile. Il caffè, ben estratto e molto aromatico (servito rigorosamente senza zucchero con una bustina vuota che ricorda che il caffè auspicabilmente deve essere gustato in purezza), viene accompagnato da piccola pasticceria (panforte, tartufini, gelatine di frutta e un boccone di torta di ciliegie al marzapane).
Recensioni:
- Ambiente: Lo spazio è bello e curato, ricavato in un ex magazzino con una grande vetrata che si affaccia sull’altrettanto accogliente giardino. I tavoli sono diversi uno dall’altro, modulati ad arte tra oggetti d’arredo che mixano tradizione e modernità. Al momento della nostra visita il ristorante ospitava il percorso artistico “Atlante terrestre e celeste”, disseminato in sala.
- Servizio: Lo staff, giovane e preparato, è attento a tutte le esigenze del cliente, capace di narrare i piatti e di consigliare nella scelta con garbo.
- Cantina: Ricca la carta dei vini che spazia su tutto il territorio italiano, concedendosi interessanti divagazioni in Europa e anche in altri continenti; sono presenti pure etichette di vini naturali e i ricarichi risultano corretti.
- Olio: Su richiesta ci è stato servito un olio EVO abruzzese, monovarietale Intosso, nella bottiglia a norma.
- Glutine:
Consigliato: 1
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