Andrea Aprea
Indirizzo: Corso Venezia, 52 c/o Fondazione Luigi Rovati, Milano, Lombardia
Telefono: 02/38273030
Sito Web: www.andreaaprea.com
Dettagli del ristorante:
- Tipologia: ricercata
- Voto: 8.5
- Prezzo: menù degustazione: 200/250€
- Chiuso: Domenica e Lunedì; a pranzo
- Tavoli all’aperto: no
- Orario di apertura:
Offerte: Piccolo arretramento di voto per il ristorante di Andrea Aprea, il quale si è stabilito da qualche anno nella bella cornice di Palazzo Rovati, sede della fondazione omonima su Corso Venezia. Il menù propone solo tre percorsi degustazione – Contemporaneità, 4 piatti a 200€, Partenope, 6 piatti a 230€, e Signature, 8 piatti a 250€, ciascuno aumentato di 40/50 euro rispetto allo scorso anno. Dopo il piccolo aperitivo di benvenuto a base di sfera di spritz frizzante, bignè di cocktail di gamberi, patata soffiata allo stracchino e cipolla rossa, oliva nera e arancia candita, abbiamo assaggiato il piatto cult dello chef che non manca mai dal menù, la caprese dolce-salata, ovvero una sottilissima sfera, leggermente dolce e croccante, che racchiude una spuma di mozzarella adagiata su una densa salsa di pomodoro e basilico. L’antipasto vero e proprio era l’m’ buttunato, una preparazione tipica campana che ha come protagonista il peperone ripieno, qui ingentilito e trasformato in gelatina che andava a coprire un nido di tagliatelle di calamaro, i cui tentacoli sono stati serviti a parte, fritti in pastella con limone e acciughe. L’altro antipasto del percorso è stato l’uovo al purgatorio, cioè un uovo cotto a bassa temperatura su salsa al purgatorio, cipolla stufata e spuma di pane, per un sapore buono ma molto intenso, che alla lunga stanca il palato. Ottimo il risone (una pasta simile nella forma al chicco di riso) con battuta di scampi, limone, rosmarino e capperi soffiati, per un piatto dall’equilibrio perfetto nelle sue componenti. Squilibrati, a nostro avviso, i cannelloni con genovese d’asina e zucchine alla scapece, in quanto il ripieno, lievemente troppo asciutto e dal sapore intenso di carne più che di cipolla, sovrastava la delicata sfoglia; inoltre, come nell’uovo al purgatorio, il sapore troppo intenso alla lunga ha stancato il palato. Cottura eccellente, invece, per il filetto di spigola con scarole, olive e salsa all’acqua pazza, assaggiato come secondo. Un altro piatto cult dello chef è lo scenografico pre-dessert che vede una nuvola di azoto liquido espandersi da un cestino di limoni portato al tavolo insieme alla coppetta di granita e crema al limone. Questo fresco intermezzo ha preceduto una rivisitazione della caprese che, a nostro avviso, non ha funzionato: una cialda croccante di cacao e mandorle copriva una crema di cacao, per un insieme troppo dolce e alla lunga allappante. Leggermente sottoestratto il caffè, servito con della piccola pasticceria.
Recensioni:
- Ambiente: Ubicato all’ultimo piano del palazzo della Fondazione Rovati, si compone di due sale di cui la prima si affaccia direttamente sulla cucina a vista. Tavoli ben dimensionati e apparecchiati per un insieme elegante e di classe.
- Servizio: Professionale e cortese, scorre nei tempi giusti.
- Cantina: La carta dei vini è ampia e ben strutturata, con cantine di un certo prestigio, sia italiane che straniere, e altre più di nicchia, anche del mondo bio natur. Ricarichi alti.
- Olio: Con il pane fatto in casa viene servito un olio EVO umbro, Dop Umbria, blend di Moraiolo, Frantoio, Leccino e altre cultivar, nella bottiglia a norma.
- Glutine:
Consigliato:
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