È stato sicuramente uno dei locali romani che ha valorizzato e promosso il “bere miscelato” in alternativa al vino e alla birra e che ha fatto scuola a quelli che sono venuti successivamente. E nonostante qualche défaillance nell’offerta rimane ancora oggi un punto di riferimento per il quartiere Parioli. Allettante la formula dell’Happy Hour (dalle 18 alle 20) che consente di bere e mangiare pagando il 50% dei prezzi del menù e richiama un buona fetta di pubblico, ma il Duke’s è un locale dove si rimane anche per cena o ci si viene anche dopo cena. Noi lo abbiamo provato per l’aperitivo, scegliendo dalla lista dei drink una classica pina colada a base di rum e latte di cocco (equilibrata) e un Ginger Rogers (analcolico) a base di sweet & sour, pompelmo rosa, sciroppo di lavanda e agrumi e ginger beer, dalle note lievemente troppo dolci. Li abbiamo accompagnati con dei gamberi argentini in crosta panko, serviti con verdure in tempura e una maionese al lime fatta in casa, non croccanti quanto ci aspettavamo, e con dei bocconcini di pollo glassati con salsa speziata, edamame e sour cream, anch’essi poco croccanti e tendenzialmente troppo dolci.
Cortese ma un po’ sbrigativo.
Lo spazio esterno ricco di semplici tavolini in legno e ferro battuto precede il locale vero e proprio che non ha un confine definito tra “dentro e fuori”, con il grande bancone sulla destra attorno al quale è possibile accomodarsi e consumare. Sul fondo si apre un giardino dedicato solo ai tavoli del ristorante.
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