Questo bistrot, che porta il nome della nobildonna Maria Catarina Operti di Cervasca, la quale abbandonò la vita monastica per seguire l’amore per un militare e la passione per la cucina, può essere definito una “costola” del più noto ristorante La Badessa di Rossella Ratclif. Catarina è una trattoria moderna con un’impronta tutta femminile e con un menù che ricalca la tradizione piemontese, non rinunciando a qualche escursione mediterranea e tocco contemporaneo. Il menù, pur essendo diviso in maniera classica tra antipasti, primi e secondi, è snello e propone piatti che seguono la stagionalità delle materie prime; inoltre, si presta bene anche per il momento dell’aperitivo con sfizi e taglieri da abbinare a calici di vino o a cocktail, di cui il “Catarina”, a base di vermouth rosso, Campari, soda, arancia, limone, angostura e salvia, è la massima rappresentazione. Una semplice frittatina di zucchine, curiosamente guarnita con la maionese, accompagnata da pane e focaccia fatti in casa, sono il piccolo benvenuto da parte della cucina. L’inizio vero e proprio è stato con il tris di antipasti piemontesi: un gradevole flan di spinaci arricchito dalla fonduta di toma di Lanzo, un cotechino con i funghi (champignon e porcini), di buona qualità ma lievemente asciutto, e il vitello tonnato, la cui carne aveva una “secchezza” ben percepibile al palato, nonostante la ricca maionese. A seguire, la carbonara con il twist piemontese, per via dell’utilizzo di un pecorino di Langa: perfetta la cottura delle mezzemaniche, ma il sapore delle uova tendeva a sparire rispetto a quello del formaggio, che era predominante, e del guanciale croccante. Meglio è andata con il secondo: un saporito “bucun del preive”, cioè un involtino di vitello farcito con un goloso ripieno di toma di Lanzo e pancetta, impanato nella granella di nocciola e pistacchio e poi cotto alla griglia, accompagnato da sottili patate al forno. Sottoestratto il caffè, dalla crema pallida e sapore poco persistente.
Gradevole e attento, senza sbavature.
Su richiesta ci è stato servito un olio EVO biologico DOP Aprutino Pescarese, blend di Dritta, Toccolana e Leccino, nella bottiglia a norma.
La carta dei vini è contenuta e con ricarichi corretti ed è, inoltre, possibile ordinare anche qualche etichetta al calice. Presenti in carta pure cocktail per l’orario dell’aperitivo.
Che dietro ci sia la mano dell’architetto è cosa ben visibile non appena si entra nel locale: elementi antichi, come il bancone e i quadri alle pareti, si integrano con una struttura moderna e minimale in cui si inseriscono i tavoli in legno lasciati nudi e una panca imbottita in velluto rosso che funge da divanetto. Il filtro rosso davanti ai ritratti femminili, infine, sembra rievocare la storia personale della badessa, creando un raffinato equilibrio tra pudore e provocazione.
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